Cosa è un Beta Reader e perché ti serve averne

Un beta reader è colui il quale legge in anteprima una bozza del testo e fornisce indicazioni allo scrittore.
Queste indicazioni dovrebbero servire all’autore per capire come un eventuale lettore reagisce alla sua storia.

Cosa fa un Beta Reader?

Al contrario di un editor, che mette mano ai dettagli tecnici e corregge eventuali refusi, il beta reader offre indicazioni diverse. Questo responso serve a capire come la mente di un lettore, ignara di tutta la premessa, reagisce ai fatti esposti.
L’editor guarda cose come simmetrie strutturali, punti di svolta, e altra robaccia tecnica. In fin dei conti, non gli interessa minimamente di cosa tratta la storia.
Il beta reader guarda a cose come “mi piace”, “mi emoziona”, “mi annoia”, “troppo lungo”, “Personaggio figo”, “bel posto”. Che è poi quello che fanno i lettori!

Di solito lo si cerca alla seconda revisione, quando abbiamo già riassemblato il testo e corretto gli orribili “fece finta di fare”, “Marco urlò, saltò, mise in salvo gli amici mentre la bomba scoppiava” e “disse a se stesso”. Cioè, quando si è già abbastanza sicuri che il testo abbia la sua forma finale (e tutto questo per venire miserevolmente smentiti!).

Prima l’editor o il beta reader?

Prima il beta reader. Assolutamente!
Questo perché comunque metteremo mano al testo e nel correggerlo scapperanno nuovi refusi.
Possiamo immaginare i beta reader come i compagni di classe coi quali facciamo una ricerca. L’editor è il professore che corregge la ricerca. Interviene sicuramente dopo.

Quindi lo schemino sarebbe:

-Prima bozza (ci crediamo dei geni e scriviamo una schifezza)
-Seconda bozza (correggiamo quell’orrore)
-Assoldare i beta reader (e scopriamo che era un libro noioso e confuso)
-Aggiustare secondo indicazione dei beta reader: bozza finale
-Invio della bozza finale all’editor (assoldato in proprio o facente parte della Casa Editrice di riferimento)
-Rielaborare il testo secondo indicazioni fornite dall’editor
-Smettere di mangiarsi le unghie e avere gli incubi: il lavoro è finito.

Dove si trovano i beta reader

Fra i propri contatti sui social, oggigiorno! Chiaramente se abbiamo conoscenti tridimensionali disposti a farlo, si può passare una copia stampata.
Si può creare un’allerta sui propri profili sociali, le pagine gestite e gruppi di appartenenza. Ne vedo ogni giorno e quasi nessuno resta inascoltato (agli scrittori soprattutto piace sbirciare il “dietro le quinte” dei colleghi). Nei gruppi di lettori questo dovrebbe essere fatto con molta discrezione e PREVIO CONSENSO DEGLI ADMIN.
Di solito si innesca un’allerta per un certo numero di beta reader, per evitare l’invasione (dai 3 ai 5) e questo dovrebbe creare una certa premura.
Tuttavia so per esperienza che di 5 beta reader che si offrono, solo 1 è interessato davvero! Quindi potete “passare sottobanco” la missione a chiunque si offra o faccia accenno, in modo da essere sicuri che almeno 2 o 3 portino a termine il compito.
E’ francamente meglio se si stabilisce subito il genere del testo: infatti dare un thriller ad un lettore di science fiction è un po’ singolare. La storia non è concepita per quel pubblico, che non lo acquisterebbe o selezionerebbe di sua iniziativa.
Inoltre credo sia gradita molto la sinossi, così da stuzzicare la curiosità. **Questo è un buon esercizio per quelle dannate quarte di copertina!

A questo punto direi che serve l’incentivo. In questa triste e barbarica civiltà composta di egoisti, nessuno fa qualcosa senza avere niente in cambio. Quindi ai beta reader proponiamo qualche genere di premio se porteranno a termine l’impegno. Alcuni esempi sono:
-Citazione nei ringraziamenti
-Copia finale omaggio
-Sesso senza amore
-Beta-leggere un suo testo, nel caso di un collega
-Un guest post sul proprio blog
-Denaro, sotto forma di denaro o buoni acquisto

Cosa inviare al beta reader

Il materiale inviato si compone di 3 parti.

  1. Una copia del testo in formati modificabili (quindi no PDF, si RTF o DOCX).
  2. Le linee guida (vedi sotto)
  3. Un questionario finale (vedi ancora più sotto)

Le linee guida da inviare al beta reader

Si dovrebbe fornire un documento che spieghi al beta reader come fare il suo “lavoro” e attenersi a quello.
Direi che il documento dovrebbe aprirsi su quanto per noi è importante questa cosa, molto più di quanto si creda, e che non è per vanità: è parte di un lavoro e una responsabilità. Insomma, alcuni potrebbero credere che sia soltanto “leggi il mio libro, please :3?”, mentre si tratta di una faccenda molto seria e tecnica per noi! Con questo si spera che il soggetto si impegni un po’. Ringraziamolo per essersi caricato questo peso.

Servirebbe anche una chiara indicazione di “infedeltà”. La gente ha paura di criticare un prodotto artistico di qualcuno che sembra tenerci molto. Quindi bisogna spiegare al beta reader che più difetti trova meglio è per noi, ci rende un miglior servizio che non a dirci bravi. Spostare o cambiare le parole non è un problema, a noi interessa l’idea che c’è dietro, e quella non cambierà. Rassicuriamo insomma il beta reader che facendoci “male” aiuta molto a creare un bel libro.

Al beta reader si chiederà, con sommo “per piacere”, di non fare correzioni lessicali o grammaticali, indicando che c’è già chi se ne occupa. Anzi, dovrebbe essere indicato di LEGGERE IL PIU’ VELOCEMENTE POSSIBILE.
In questo modo non perderà il filo cercando la virgola erronea o il sinonimo migliore.
**Da parte nostra cerchiamo di non inviare una prima bozza, ma qualcosa che sia già passato al vaglio di qualche revisione: non c’è nulla di peggio che leggere errori su errori, perché fermano il ritmo di lettura.

A questo punto forniamo le linee guida vere e proprie.
Il beta reader dovrebbe leggere il testo munito di una penna (reale o virtuale) e segnare queste cose accanto a certi paragrafi. Basta la semplice parola, il beta reader non deve spiegarci nulla.
-CONFUSO: un pezzo che il lettore fa fatica a capire (quelli in cui si storce la bocca e ci si chiede chi stia parlando, di cosa si blatera, troppe informazioni e via così, al punto da rileggere due volte o tornare indietro)
-NOIOSO: un pezzo che il lettore ha trovato estremamente pedante (quelli in cui ti si chiudono gli occhi e vuoi solo andare a dormire).
-IMPOSSIBILE: il lettore giudica questa cosa non perfettamente coerente o plausibile. Secondo lui erano meglio altre conseguenze (ma non importa che ci dica quali).

Queste indicazioni bastano e avanzano, lungo il testo, per dare all’autore la giusta indicazione su cosa cambiare.

Questionario finale

Al termine della lettura si offre un questionario con poche ma determinanti voci. Quello che segue è un esempio di un buon questionario.

-TERMINATA LA LETTURA, CHE EMOZIONE STAI PROVANDO?

Cosa sente il lettore alla fine della lettura? Curiosità, angoscia, noia, vuoto, dolore, malinconia, rabbia…? Possiamo fare una lista per facilitare il compito.
Questo serve a capire se il testo suscita l’emozione corretta che volevamo stimolare, e se in ultima analisi il testo è piaciuto o meno. Si tratta della prima domanda perché il lettore compilerà il questionario finita la lettura e questa emozione è ancora viva ed evidente.

-IN CHE MOMENTO HAI SENTITO CHE TI IMPORTAVA DEI PERSONAGGI?

Da quando il lettore si è appassionato agli eventi. Subito? Capitolo 2? Capitolo 8? E’ una chiara indicazione di aver azzeccato o meno l’incipit. Prima parte la tensione meglio è. Se non parte mai, qualcosa è andato davvero storto!

-SECONDO TE E’ POSSIBILE UN SEGUITO DELLA STORIA?

E’ una domanda piuttosto subdola. Non ci interessa un seguito. Ma se il lettore è abbastanza coinvolto da fare ipotesi sul futuro della storia, questo è un ottimo indizio per capire se i personaggi sono piatti o sono ben riusciti.

-QUANTE SESSIONI HAI IMPIEGATO PER TERMINARE LA LETTURA?

Se ha letto tutto in una volta potrebbe essere una buona cosa. Magari il resto delle cose non va, ma almeno il ritmo è coinvolgente: la struttura funziona.

-CI SONO STATI MOMENTI IN CUI HAI DOVUTO DIRE A TE STESSO “DEVO FORZARMI A LEGGERE PERCHE’ HO PRESO UN IMPEGNO”? SAI INDICARMELI?

Ha letto fluidamente o ha dovuto forzarsi per leggere tutta la storia? Se si, in quali momenti ha dovuto “impegnarsi” per andare avanti? Può indicarli o è una sensazione generale?
Ogni lettore ha una sua tempistica e soglia di attenzione. E’ infine molto probabile che ci siano momenti, soprattutto verso metà del testo, in cui il lettore perde un poco di mordente e va avanti ormai per inerzia. Se più di un beta reader indica la stessa area del testo, si può correre ai ripari inserendo un punto di svolta che ridesta l’attenzione, o alleggerendo le parti precedenti.

-IMPRESSIONI GENERALI

Lasciamo uno spazio al beta reader per dire cosa gli preme di più. Non è detto che le sue indicazioni ci siano strettamente necessarie, ma in fondo a questo punto dovrebbe scalpitare per dire la propria. Per assurdo, questo spazio è il meno utile dal nostro punto di vista, perché la sua impressione è una sola e dettata da chissà quali minuscole preferenze personali. Le altre indicazioni ricevute sono molto più preziose (quindi se dice “Bravissimo! Testo meraviglioso!” non gli credete e andate a correggere il resto).

Come si ricevono le indicazioni ottenute dai beta readers

Innanzitutto: NIENTE PANICO!

Il lettore troverà un milione di momenti che non gli piacciono. E questo per una ragione tanto ovvia che è ridicolo dirla: se era perfetto non avevamo bisogno di lui.
Accogliamo queste informazioni con gioia perché sono preziosissime: risolte quelle cosa ci ferma?

Un solo beta reader può offrire preziose indicazioni, ma cerchiamo di incrociare più valutazioni e capire qualcosa.
Se quel lettore continua a dire che le parti sono confuse, mentre altri due indicano solo il paragrafo 3 del capitolo 5, direi che è il lettore ad essere confuso, non il brano…
Ecco che è preferibile avere più indicazioni e non adeguare il testo a una sola, singola visione.
Però quel dannato paragrafo 3 del capitolo 5 è chiaramente da modificare!

Lo scrittore avrà cura di analizzare le parti CONFUSE per spiegarle meglio. Ho notato che molte volte si tratta di dialoghi, nei quali è difficile stabilire chi stia parlando, o di cosa. In seconda analisi si tratta spesso e volentieri di rapidissimi cambi di prospettiva e ritmo. Se si tratta di spiegazioni, potrebbe essere che non abbiamo fornito tutti gli elementi in modo ordinato.
Parti NOIOSE: le si può scrivere più concisamente? Sono davvero fondamentali o le si può trascurare? Pensiamo al gioco degli Shangai: se tolgo quella precisa informazione, la struttura crolla o continua a reggersi in piedi? E’ piuttosto sacrilego ammetterlo, ma quando creiamo la storia la vogliamo perfetta e conclusa in ogni sua parte (noi la conosciamo già e ci siamo affezionati nel crearla) mentre il lettore la vive da zero e la ricostruisce frase per frase: a lui interessa più il ritmo che la congruenza. A parte strafalcioni evidenti, o spiegazioni troppo confuse, spesso è meglio limitare il carico intellettuale. Cioè: semplificare.
Nel caso di una segnalazione di IMPOSSIBILE, ci si deve chiedere se la conseguenza scelta sia in effetti la più logica.
Non logica da un punto di vista razionale, ma da un punto di vista sequenziale secondo il contesto narrato.
Ad esempio, per noi è perfettamente logico che il Capitano decida di virare su Maracaibo (è là che in seguito troverà il tesoro), ma il lettore potrebbe invece aspettarsi che il Capitano affronti la tempesta in cui è immerso, perché è quello che gli preme al momento!
Questa segnalazione ci fa capire, il più delle volte, che abbiamo sbagliato la tempistica degli eventi: mentre il lettore era preso da quella tempesta, noi volevamo andare già avanti col nostro plot.

Infine, si analizza il questionario così da avere una sorta di exit poll.
Questi elementi, sommati, sono di infinito valore.

Ringraziamento e pagare il debito!

Il beta reader ha fatto quanto promesso? Contattiamolo personalmente per ringraziarlo, è stato davvero molto disponibile, e di questi tempi è raro. Non dimentichiamo che, se è promessa una ricompensa, questa deve venire elargita il prima possibile: credo non esista nulla di più deleterio che mancare questa cosa.
Se lo fate, cioè scappate col gruzzolo, vi maledirò fino alla sesta generazione e parlerò male di voi fino a che avrò voce.

Conclusione

Sembra un sacco di roba, e lo è. Ma la fase di beta reading non è chiedere (=obbligare) un amico a leggere il nostro capolavoro. E’ parte integrante del processo di stesura.
La buona novella è che si tratta di modifiche molto poco stressanti: non dobbiamo più inventare nulla, ma solo riorganizzare le informazioni.

3 pensieri riguardo “Cosa è un Beta Reader e perché ti serve averne

  1. Io sono una bastian contraria, e ho trovato una beta reader anche per la prima bozza. Devo dire che essendo un’esordiente mi aiuta molto, sia sul piano pratico sia (soprattutto), su quello psicologico, pur sapendo che a versione finale sarà necessario un lavoro diverso, probabilmente fatto anche da tante persone. All’idea del questionario non avevo mai pensato, anche se dopo la lettura di ogni capitolo faccio sempre molte domande, ma mi piace molto. 🙂

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    1. Il problema è che le mie prime bozze sono davvero illeggibili XD. Ti dirò che il questionario piace molto ai lettori stessi (alcuni mi hanno chiesto proprio questo prima ancora che il resto). Io ho messo quelle domande perché sono le cose che mi interessano di più, ogni autore può includere quelle che gli daranno indizi migliori.

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      1. La mia prima bozza in realtà conta due mini-stesure per ogni scena. La prima è illeggibile, perché mi serve solo per fissare le basi. Scrivo di getto, e a volte non metto nemmeno la punteggiatura. La seconda è una rilettura che dà una forma. Faccio questa, e invio.
        Le tue domande sono interessanti e omnicomprensive. Poi ciascuno può adattarle al proprio libro, anche sulla base dei propri dubbi individuali. 🙂

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