Hai una sola età per tutta la vita

Se ci fate caso, sono un essere umano di sesso maschile.
Non sono Zelda, quindi non mi riesce scrivere “evviva, guardate che successo io e le mie amikeh”, perché non ho quel tipo di angoscia da performance.
Spero che neanche voi ne abbiate. Cioè, mi immagino i lettori come personcine strafighe e autodeterminate alla guida di una Jaguar XK, non delle signorotte in crisi di identità.
Lo dirò con parole non mie: “Perché volete ascoltare la mia storia? Ci siamo già incontrati? Ci siamo simpatici? Sentite, ve lo dico subito, ok? Io non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me e per essere chiari questo non è un film da “oh, quanto mi sento bene”. Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, be’, fatevi fare un massaggio ai piedi“.

Anteposto questo, e con la fiducia smodata che ho negli intelligenti (gli altri si uccideranno in modo atroce da soli), oggi parlo di me e dei miei favolosi, eterni quaranta anni.

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Quando Anfuso mi fece incazzare

Sarebbe stato più logico intitolare questo articolo: “Come funziona la vita”, perché a quanto pare ad alcuni bisogna spiegare pure questo.

Salvatore Anfuso, famoso scrittore (no), analista del mercato editoriale (nemmeno) e curatore di una rubrica culturale (nemmeno questo) ha pubblicato un guest post su Pennablu, il noto blog di blogging <- che metafisica in questa frase.

E mi è andata di traverso la tastiera. Seguono parolacce.

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