Oh no, l’ho fatto ancora!

E sono Sessanta!

A Piccoli Sorsi è la terza raccolta di racconti che completa quello che iniziai col Teatro degli Anonimi ed è proseguito con Nuvole Prensili. Cioè il progetto di pubblicare almeno 60 racconti classici.
Nello specifico questa raccolta di 20 brani ne offre di due tipi: brevi e molto divertenti, o lunghi e piuttosto profondi.

Scaricate i racconti a questo link:

A piccoli sorsi – edizione Smashwords

Abbiamo un cimitero dei treni, una combriccola di anziani divertenti, un venditore di paradisi artificiali e alcune storie d’amore metaforiche. Naturalmente contiene molto altro, come un western atipico e il più intricato caso di omicidio mai scritto.

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9 Regole per scrivere fantasy

Al mio solito pubblico un articolo lungo, questa volta di natura differente.

Parlerò infatti di fantasy. Genere che non tocco nemmeno con un bastone lungo 3 metri.
Un editore fresco fresco di fondazione (se ne sentiva la mancanza, sono 2700 e basta) ha detto testuali parole che la fantasy ha rotto il c*zzo. In realtà quello che ci ha rotto è la romance travestita da fantasy, perché mi pare che nessuno qui possa rinnegare Martin.

Vediamo quindi come si scrive fantasy che funziona. Almeno a grandi linee.

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La fantasia è un mondo pericoloso

Qualcuno mi ha chiesto più volte: ma come fai a immaginare quelle cose?
Oggi rispondo. Perché leggo epiteti come genio, artista, intelligente e non sono nessuna di queste cose.
La faccenda si lega a doppio nodo alla storia della mia esistenza, che spero non sia noiosa.

Scrivo con quel leggero stordimento che si ha quando il corpo si riprende da un malessere, quindi non credo di avere l’energia per mandare al diavolo qualcuno.
La sensazione è quella di un liquido diverso dal sangue che appesantisce tutto il resto del corpo. Considerando che non ho il riscaldamento in casa e scrivo coi guanti calzati, mi si perdonerà qualche svista.
Già, sembra un racconto dickensiano, o qualche novella bohemienne, con lo scrittore squattrinato nella stamberga che, sigaretta sul labbro, si abbarbica disperatamente alla macchina da scrivere.

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Hai una sola età per tutta la vita

Se ci fate caso, sono un essere umano di sesso maschile.
Non sono Zelda, quindi non mi riesce scrivere “evviva, guardate che successo io e le mie amikeh”, perché non ho quel tipo di angoscia da performance.
Spero che neanche voi ne abbiate. Cioè, mi immagino i lettori come personcine strafighe e autodeterminate alla guida di una Jaguar XK, non delle signorotte in crisi di identità.
Lo dirò con parole non mie: “Perché volete ascoltare la mia storia? Ci siamo già incontrati? Ci siamo simpatici? Sentite, ve lo dico subito, ok? Io non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me e per essere chiari questo non è un film da “oh, quanto mi sento bene”. Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, be’, fatevi fare un massaggio ai piedi“.

Anteposto questo, e con la fiducia smodata che ho negli intelligenti (gli altri si uccideranno in modo atroce da soli), oggi parlo di me e dei miei favolosi, eterni quaranta anni.

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Diventa maestro nella scrittura di dialoghi

Qualcuno ha detto che ho una buona tecnica del dialogo, quindi mi sento di poter dare qualche piccola lezione al riguardo. In alcuni testi il dialogo è talmente importante da rappresentare il 90% del contenuto, soprattutto in narrativa contemporanea di genere.

Ecco 7 dritte che posso offrire per migliorare molto nell’ambito dei dialoghi.

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Cosa ho imparato da Aldo Busi (VM16)

warning

Il testo che segue è denso di concetti che potrebbero scandalizzarvi. Non me ne frega nulla, quindi evitate di leggere se poi dovete passare il tempo a rotolarvi nelle coperte stringendo i denti e rammaricandovi che ho il potere di fare cosa preferisco e voi no.

Lo dico a vostro beneficio: non leggete. Non voglio trovarmi con dei complessati paranoidi quando esco fuori dalla porta di casa. La conoscete la storia di Pandora, no? Ecco, qui nemmeno c’è Elpis alla fine che rabbercia il danno. Se vi prude, non aprite questo vaso.

Agli altri e alle altre soprattutto un bacio con la lingua.

Conobbi Busi, come molti ignoranti della mia risma, quale lo scrittore finocchio che sta nei talk show. Era sul finire degli anni ’90. Lo vedevo berciante un attimo, chiocciante quello dopo, mi pare di averlo visto ballare.

Quando mi sono approcciato ad Aldo Busi scrittore (tardi e male, e per grazia ricevuta) ho avuto una sorta di illuminazione. Ecco, mi sono detto, così funziona!

E’ cominciato un rapporto di amore odio e se vedessi Busi passarmi davanti per strada lo implorerei di prendere un caffè assieme, poi quasi sicuramente finirebbe a parolacce. Le checche isteriche mi danno sui nervi. Però questa checca isterica mi ha insegnato molto di più di quanto abbia fatto chiunque.

Nel suo breve saggio “Nudo di Madre – Manuale del Perfetto Scrittore” non si spertica in consigli su come si scrive, ma si mette a nudo, appunto, su ciò che pensa, sente e vive nella carriera di autore.

Va decifrato. In prima istanza pare essere un testo autocelebrativo, frammentario. Trovato il filo rosso, il testo diventa epocale. E’ denso, fitto di insegnamenti mostrati nei loro effetti, meno che mai nel loro uso pratico, che consegue. Busi non ti dice mai “fai questo”, dice “sii questo”.

Ecco cosa ho imparato o verificato.

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Allestire campagne promozionali per i tuoi libri

In questo articolo affronto il tema della promozione diretta delle opere. Ovvero come si fa pubblicità attiva ai propri libri senza investire milioni di dollari e usando soltanto un po’ di creatività.
Come autore indie hai una notevole libertà e tante occasioni da sfruttare.

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