9 Regole per scrivere fantasy

Al mio solito pubblico un articolo lungo, questa volta di natura differente.

Parlerò infatti di fantasy. Genere che non tocco nemmeno con un bastone lungo 3 metri.
Un editore fresco fresco di fondazione (se ne sentiva la mancanza, sono 2700 e basta) ha detto testuali parole che la fantasy ha rotto il c*zzo. In realtà quello che ci ha rotto è la romance travestita da fantasy, perché mi pare che nessuno qui possa rinnegare Martin.

Vediamo quindi come si scrive fantasy che funziona. Almeno a grandi linee.

1- L’aspetto dei personaggi non conta (non è un anime)

Nella fantasy più che in altri generi, l’aspetto dei personaggi è funzionale alla storia. Elric è albino per una ragione, non perché era più figo così. Nessuno sa come era fatto esattamente Gandalf prima di certe illustrazioni. Nel Trono di Spade avete visto come tutto si può stravolgere.
Il Mago Raistlinn è debole e con gli occhi a clessidra per una precisa ragione.
In conclusione: non “disegnate” i personaggi, pensate prima alle loro storie e ricavate l’aspetto da quelle. Se non ci sono dettagli significativi lasciate neutro (vedi Richard de La Lama della Verità: non si sa che aspetto abbia, perché comincia l’avventura come persona comune). Nessuno sa di che colore erano i capelli di Conan il Barbaro!
Lo stesso vale per altri dettagli: bella la città volante, ma deve esserci una spiegazione convincente e razionale sul motivo per il quale vola e perché uno dovrebbe andare ad abitarci. Se non è funzionale alla trama, lasciate perdere.

2- La spada magica non è mai esistita

Il plot della ricerca della lama magica con la quale è possibile uccidere il drago non è mai stata scritta. Lo giuro. Perché fa schifo, e sa tanto di frustrazione adolescenziale (“ho ottenuto il superpotere, ora rompo le ossa ai cattivi di scuola”). Essendo autoreferente, non funziona in forma letteraria.
La lama magica, o il potere magico, o quello che è, il personaggio lo ha SIN DA SUBITO, e nel corso della storia impara a gestirlo.
Il plot riguarda davvero altre cose, spesso e volentieri soltanto la sopravvivenza in luoghi ostili. Di questo parlo qualche punto più sotto.

3- Nessuno adora gli elfi, ma adora belle trame

Questa è una norma generale, vale anche per i nani, i nimetel, i fruzzoli o qualunque altra cosa piaccia a VOI. Non scrivete delle cose che piacciono A VOI, ma di ciò che si incasella bene in una struttura narrativa.
Pertanto, come ho scritto anche qui: prima la trama e poi i personaggi che ci si incastrano meglio.
Tutte queste razze, nella fantasy, hanno un loro perché. Servono ad animare la trama con contrappunti. Se il personaggio deve segar via l’Albero dell’Apocalisse, ma gli elfi sono nazivegani che lo impediscono, come la si risolve?

4- Il male è il male, e pertanto fa schifo

Nella fantasy c’è il male. Questo non si prescinde. Però non è un male “carino”, o un male “complessato”. Il male è solo il male, è una forma di vita alternativa a quella umana.
Lo dico soprattutto alle ragazze: il bel tenebroso è casomai amico o rivale del protagonista, non mai il cattivo. Il cattivo è, come nella saga di Goodkind, uno che versa piombo fuso in gola alle persone. Che mangia bambini crudi. Non è il vampiro sexy e affascinante: è più simile a un pericoloso scarafaggio che vuole inghiottire il mondo senza ragione.

5- Fateli viaggiare: la trama è quella

Il romanzo fantasy è solo un romanzo di avventura in un luogo esotico. MOLTO esotico. La trama prevede dunque niente più che un’esplorazione pericolosa entro un tempo limite e con conseguenze personali e globali se non compiuta a termine (ed ecco perché quasi nessuno considera Harry Potter una saga fantasy).
Il personaggio deve andare dal punto A al punto Z entro un tempo limite, incontrando le difficoltà B, C, D, E… Le difficoltà possono essere molte, ne elenco alcune.

  • -Degli emissari del Male giungono dal nulla e vogliono ucciderlo
  • -Un problema climatico o geografico (slavine, tempesta di sabbia, esondazioni)
  • -Deve deviare il percorso perché la strada è chiusa
  • -Si ammala o si ferisce
  • -Deve convincere qualcuno a fare qualcosa che gli serve
  • -Viene imprigionato e deve liberarsi
  • -Scoppia una guerra intorno e deve uscirne vivo
  • -Il potere/oggetto che ha a disposizione presenta un problema e deve risolverlo
  • -Non sa come continuare nel percorso e va a caccia di informazioni
  • -Qualcuno fa la fighetta e non collabora più: va motivato di nuovo

Non c’è molto altro. Non vi inventate amori complessi, storie di grandi amicizie, incomprensioni familiari, slice of life, insomma non fate uno young adult fantasy perché sarebbe un romanzo statico, quindi pessimo come avventura.

6- Bandire l’infodump da gioco di ruolo

Ciao, sono Marcus IL BARBARO“. NOOOOO!
Marcus non sa di essere un barbaro. Così come Gandalf non sa e non dice di essere un mago.
Bella la tua spada!” “Si, è la spada magica vorpal ‘KillerQueen’ col potere della transustanziazione“. NOOOO!
Il personaggio saprà che è una spada particolare, che di quando in quando accadono cose strane quando la usa, ma non c’era allegato il libretto delle istruzioni col nome del modello (e la garanzia di 30 giorni).
Quando Frodo ottiene la cotta di maglia Mithril +2, in realtà gli viene detto ben altro, e con toni molto soavi e indiretti. Saprà solo di avere indosso un oggetto pregiato.
“Eccoci al Principato di Burgyo, dove governano i supermaghi alfa e dove nel 126 si combatté contro i megadraghi” NOOOO!
Se vado a Catanzaro, non passo il tempo a chiedere informazioni storiche alla gente, o almeno queste non me le offrono se non esplicitamente richieste. Al più osservo il panorama scosceso e mi impressiona quello. Potrei avvicinarmi a un monumento e ricavare informazioni, ma se la trama è congegnata bene al lettore non frega una mazza di codesti dati inutili, ha fretta di sapere come si risolve il problema attuale.
L’esotismo della locazione si dovrebbe percepire dalle evenienze, non dai cataloghi di nomi con le Y.

7- Non mettete Vin Diesel

In fin dei conti, se osserviamo bene, il protagonista non può fare troppo il figo, perché questo sminuirebbe totalmente i livelli in campo. Il personaggio avrà sempre paura istintiva del male, perché è sicuramente molto più potente di lui, e fa cose orribili. Può dimostrare coraggio affrontandolo, ma gli tremeranno le gambe quando lo farà. Altro che “i berretti verdi me li mangio a colazione”…. Il personaggio rappresenta noi, l’umanità, contro mali estremi, contro incubi soverchianti e disumani. Nessuno di noi è così saldo da non tremare dinnanzi all’oscurità: però può tentare di reagire. Con la tremarella, in ogni caso. E tanto, tanto logorato da tutto quello stress.

Il consiglio insomma si traduce in: i personaggi sono umani, almeno dentro, con tutte le debolezze umane. Non sono supereroi (perfino Conan fugge se serve).

8- Le battaglie non sono film di kung fu

Evitare a tutti i costi la “battle of wits”; ovvero i personaggi che prima di aggredirsi fanno a chi ce l’ha più lungo.
Non c’è niente di più ridicolo di un dialogo cazzuto prima, magari durante e magari anche al termine di uno scontro. Va bene al cinema (anzi, neanche in quello), nel meccanismo letterario è di una ridicolezza insostenibile.
-Ah ah ah, ti aspettavo, Rogerius-
-Recita le tue ultime preghiere, Stanislav. Ora ti ucciderò con la mia lancia magica!-
-Ah ah ah, lo vedremo. Ho sconfitto più di 100 guerrieri.-
-Hai ucciso mio padre, e mi vendicherò!-
Parte la musica di Mortal Kombat e addio alla storia.

In realtà non ho MAI e poi MAI letto un duello finale che cominciasse linearmente. In genere i combattimenti sono come i dialoghi: non ci sono convenevoli. Come questo possa accadere dovete congegnarlo da soli.

Oppure non c’è proprio questo conflitto, il personaggio evita il megaboss finale compiendo un rito altrove che lo disintegra indirettamente. Perché se è così tanto forte non ci puoi fare a spadate, se bastasse la violenza lo bombarderesti coi cannoni. Nel caso della Lama della Verità ***SPOILER*** il protagonista gabba il cattivo facendogli compiere un rituale nell’ordine sbagliato. Per non parlare del Signore degli Anelli, dove il megaboss viene freddato nel modo più indiretto possibile e gli si recita una pantomima davanti mentre lo si frega da dietro.

Ma allora questi duelli all’arma bianca? Sono molto più proficui se condotti contro il Braccio Destro del Male, ovvero un personaggio che torna a più riprese, con delle reali motivazioni umane, e che vede nel protagonista una sorta di rivale. O contro eserciti senza volto o nome, subalterni di poco calibro.

9- Perché la fantasy?

In ultima analisi, perché scrivere fantasy? Perché la fantasy concede due cose:

  • -Di mettere in campo virtù come forza e intelligenza senza supporti tecnologici che risolverebbero tutto in un colpo.
  • -Perché c’è un male incarnato che può minacciare il mondo intero (mentre il male, in altri romanzi, è circoscritto). Questo consente ampie trame di lungo respiro e saghe lunghe.

A contraltare di questo posso dunque asserire che se nel vostro poltrire quotidiano arrivate a concepire una trama nella quale contano o forza fisica o arguzia o magari ambo le cose, e il male è globale, assai probabilmente sta benissimo incasellata in un contesto fantasy.

Solo a questo punto interviene il world building, cioè aggiungere i dettagli folkloristici e quei maledetti elfi dalla dubbia morale.

Conclusione

C’è qualcuno fra i lettori di questo blog che scrive fantasy? Mi conferma o mi smentisce? Aggiungerebbe dei punti?

warning

Errata Corrige

A causa della notifica fatta in questo blog da un fanboy ritardato (salvo smentite) che non ha capito il senso del pezzo e del mio blog, devo specificare che:

L’UOMO MEDIO NON RICORDA MAI O HA PARTICOLARE INTERESSE NEL RICORDARE DI CHE COLORE ERANO I CAPELLI DI CONAN IL BARBARO SE NON PROPRIO IN FUNZIONE DEL BACKGROUND DEL PERSONAGGIO. Non perché “moro è figo”.

Che era poi il senso di quel punto, quindi non so che mestruazioni avesse il tizio. E per il resto dell’articolo conferma tutto quel che dico (come su Elric). Nel seguito vomita fesserie sulla formattazione e il tema del sito che è su WordPress come lui quindi boh. C’è chi mi conosce e sa come la penso sulla mia e altrui stupidità.

38 pensieri riguardo “9 Regole per scrivere fantasy

  1. Quando si scrive fantasy è inevitabile che ci sia della magia. Il soprannaturale mistico, la forza immanente attorno a cui gira la trama. Se manca non è un fantasy ma un romanzo d’avventura ambientato in un posto strano (allo stesso modo per cui se la spiegazione all’inspiegabile è tecnologia o scienza ci troviamo nell’ambito dello sci-fi).
    E proprio per questa immensa importanza della magia – che non si deve tradurre sempre e solo con “So’maCo c’ho i poteri” – è indispensabile creare un sistema di regole ferree e il più possibile stringenti. Da grandi poteri non derivano solo grandi responsabilità ma anche gigantesche rotture di balle: più è fenomenale il potere maggiori devono essere le conseguenze o le richieste per metterlo in pratica. Un prestigiatore può tirar fuori una moneta dall’orecchio di un bambino senza troppe difficoltà, ma lo stregone che vuole lanciare un fulmine dal suo bastone deve pagare il prezzo di una scelta potenzialmente tanto drastica. Sfinimento fisico e mentale, rischio di morte, impossibilità di fuggire dopo l’incantesimo oppure venti minuti di preparativi per poterlo lanciare.
    Altrimenti è tutto troppo semplice, sciatto e banale.
    Si torna sempre, in buona sostanza, alle regole sulla magia di Sanderson, che penso siano fondamentali per dare credibilità a un universo fantastico.

    Il punto più importante tra quelli che elenchi secondo me è quello del viaggio: il fantasy è l’epitome del viaggio dell’eroe, che parte più o meno sfigato e finisce che salva il mondo (o la principessa, o se stesso, o che ottiene qualcosa di importante). Lo schema di Propp si applica benissimo tanto alla fiaba quanto al fantasy.

    (Bell’articolo, comunque; c’è un sacco su cui riflettere e tanti spunti da ampliare)

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    1. Sai, per quello che hai esposto ho a tutt’oggi il dubbio che il famoso Gandalf sia un cialtrone. In fondo spara tre fuochi d’artificio dal bastone, chiacchiera tanto e la lotta col Balrog ce la narra lui (col fatto che lo solleva e lo scaglia via… siiiii, come no). Effettivamente la magia deve richiedere un costo, o almeno un sacrificio: nel vecchio ciclo di Tzigana, ogni fattura lanciata ti richiede l’amputazione di un dito (e con l’odio verso le streghe diventava un segno distintivo non da poco). Ero in dubbio fino all’ultimo se la fantasy si traducesse e concludesse nella meccanica narrativa del viaggio eroico, ma 15 romanzi consultati non sono un caso. Contento di averti ispirato eventuali idee!

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      1. Gandalf è un caso molto particolare perché la magia nella Terra di Mezzo è complicata.
        Gli stregoni, gli Istari, non sono umani e la loro capacità di usare la magia è innata; magia che non è una forza esterna ma è immanente con cui si può interagire senza però sconvolgerla. Gli incantesimi non sono mai *davvero* eclatanti. In più l’uso della magia è percepito anche a distanza; per la maggior parte del tempo Gandalf è con la Compagnia o con parte di essa e ha tutti gli interessi a non farsi trovare da Sauron o Saruman, quindi deve stare un po’ schiscio coi fuochi artificiali 🙂
        La lotta col Balrog ha una serie di significati simbolici, non ultimo il solito “cammino dell’eroe”: il Balrog è uno dei pochissimi avversari di cui Gandalf ha davvero paura perché è al suo livello e della sua stessa natura. La vittoria lo “riavvicina” alla sua natura semidivina, cui era sfuggito per un sacco di tempo, e lo fa passare di livello. Letteralmente!
        (Gandalf in realtà ha un sacco, ma proprio un sacco di complessi di inferiorità e di paure, il Silmarillion ne parla diffusamente)

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  2. Ciao, ho letto il tuo post con molta curiosità, scrivo fantasy e cerco nel mio piccolo di farlo nel migliore dei modi possibili, soprattutto cerco di rispettare chi mi legge, rispettando la mia creatività. Trovo molto giuste le tue osservazioni, anche se ritengo, abbiamo una età e una cultura fantasy similare. Per le nuove generazioni di lettori, forse alcuni stereotipi e strutture sono superate, non lo so, non sono tipo che legge classifiche delle vendite o altro per sapere quale libro fantasy tira di più. Grazie 🙂 ci si legge!

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    1. L’equilibrio fra rispetto per il lettore e rispetto della propria sensibilità mi pare primario. Non lo diciamo mai a voce alta, ma siamo artisti: è il nostro proprio ingegno che il mondo ci chiede di manifestare. Sai che forse le nuove generazioni sono più stereotipate, per certe cose? Dragon Ball fa danni, se si prende troppo sul serio :D. Ho letto cose che voi umani…
      Grazie a te!

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  3. Apprezzo moltissimo questi consigli e dato che in futuro quando sarò meno preso dagli impegni universitari e dalle storie che attualmente sto scrivendo ho in progetto, come desiderio nascosto, di scrivere un bel fantasy, queste nove regole mi torneranno certamente utili, così come il materiale da altri già pubblicato che mi servirà da ispirazione e da guida.
    Molte grazie per queste perle che ogni tanto scopro sul blog.

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      1. Eh, penso che ci vorrà parecchio tempo, addirittura anni. Ora, alla stregua di Martin con Game of Thrones (un po’ lo capisco), ho iniziato una trilogia di stampo thriller fantascientico e ne ho completato l’estate scorsa un volume. Poi mi sono dato a più brevi progetto collaterali per staccare un po’ la spina, solo che altri impegni assorbono parecchio del mio tempo, quindi la trilogia ristagna.
        Vorrei terminare quella prima di iniziare la saga fantasy e certamente tornerò a far visita al blog, magari per scovare qualche nuovo consiglio utile.

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  4. Ho perso a lungo le tracce di cosa sia un romanzo fantasy perchè ho smesso di cercarne a 12 anni, dopo aver capito che il Signore degli Anelli non era un fantasy ma un Kalevala in ritardo, e che quello poteva bastarmi per tutta la vita.
    Sto scrivendo un coso dal genere molto dubbio a metà tra fantasy, fantascienza e… e sì, anime, con tutti gli scalini di passaggio tra supporti narrativi diversi che questo comporta. 1) L’aspetto dei personaggi mi conta, ma perchè serve a segnalare il loro status, agli altri personaggi o al lettore. 2) Nah, niente spade, solo la fine del mondo. 3) Sono nati prima i personaggi, che avevano già in sè propaggini di trama. Poi ho collegato i puntini. -. 4) Viaggiano, viaggiano. 5) Il Male esiste, e il Nemico pure, ma sono piazzati in modo ambiguo un po’ dovunque, come succede nella Storia vera. Martin ha questa cosa del Male? Ho guardato solo la serie ma non mi sembrava. 6) No, niente infodump. 7) La trama è portata avanti dalle cazzate che fanno, quindi niente Vin Diesel e StivenSigà. 8) Non ci sono battaglie, ohibò. O meglio, ci sono, ma rimangono nella cornice perchè il punto è un altro.
    In pratica sto al fantasy come Anno sta al mecha, quindi non sono un punto di vista affidabile!

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  5. non scrivo fantasy, ma ne ho letta un bel po’ (purtroppo?).
    Il confronto con il Male c’è, ma se è troppo nitido mi fa venire in mente un sacco di roba mediocre (Terry Brooks e la Noia e, credo, gli scrittori delle saghe tratte da D&D. Tutti).

    Citi Howard (umanissimo: qui il Male assoluto non c’è – e nemmeno gli elfi. Non solo ha creato un mondo con le radici nella nostra preistoria/medioevo, ma scriveva roba pulp, questo scriveva per vendere!), Tolkien (autistico autoreferenziale, ma ha inventato un mondo), Moorcock (brutta, brutta copia di Howard), Martin, ma il fulcro della roba buona è (o dovrebbe essere) sempre una allegoria o un presupposto filosofico (il classico “e se…”).

    Dai una chance a Ursula Le Guin (Terramare) e a Neil Gaiman. Persino Micheal Ende (pesantissimo, ma fondamentale): questi sono autori con qualche idea in più – tra i pochi per cui “fantasy” significa “fantasia” – e che potrebbero farti ripensare i 9 punti.
    D’altronde i punti che originano da questi autori puoi tenerli per un “corso avanzato”.
    Se gli scriventi che oggi si buttano nel fantasy seguissero i tuoi 9 punti saremmo già a buon punto. Avranno tempo per crescere…

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    1. Di Gaiman apprezzo la SF breve. Su Howard si può aprire una vasta parentesi, ad esempio su Solomon Kane. Fra cannibali intossicati e serial killer presunti licantropi il Male disumano insiste eccome. Certo non esiste il bel principe tenebroso da pungolare in duello, che poverino non è colpa sua (e Kane stesso non è un’educanda, diciamo che smette di starci con la testa già alla prima novella). Moorcock è molto più immaginifico degli altri, e piuttosto gotico: principi, casate, regni caduti e dimensioni demoniache. Howard non si allontana troppo per sua volontà dalle realtà storiche, pure stravolte all’eccesso. Moorcock è anche uno dei pochi, con Jerry Cornelius, a unire bene modernità e fantastico senza finire nel campy. Mi sento di difenderlo. La Le Guin la ho in scaffale per la sua SF (forse si intuisce il genere che leggo di più?). Grazie per l’occasione di discutere di queste cose, non capita spesso.

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      1. Ah! Su Solomon Kane e Jerry Cornelius mi spiazzi: non conosco nè l’uno nè l’altro se non per sentito dire.
        Moorcock si è bruciato il mio supporto quando ho riletto tutta la saga di Elric: le idee ci sono! Sono forti! Ma sono pochissime e sfruttate fino alla noia – e poi è un malloppone tutto basato sul senso della vista (quasi non ci sono suoni, nessun odore, nessuna sensazione tattile o cinestetica). Belle le tavolozze psichedeliche, però…
        Grazie a te per il tuo blog: anche io non ho molti contatti tra i ‘frequentatori’ del fantasy.

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  6. awww – avevo scritto un commento, ma o era inviso all’ospite o è andato perduto (urca Gaspare, teniamo quel commento un segreto tra noi, spero di non essere stato scortese e in caso chiedo scusa).

    Vabè, il succo comunque era: i 9 consigli sono ottimi, soprattutto per esordienti del genere fantasy.
    State alla larga da Terry Brooks (anche se rispetta i 9 consigli) e leggetevi invece Ursula Le Guin, Neil Gaiman e anche Micheal Ende, che sarebbero invece i professionisti che possono insegnare qualcosa (anche se non rispettano i 9 consigli)

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    1. (il primo commento di un nuovo utente deve venire approvato, quelli dopo lo sono automaticamente. Figurati, la scortesia che era comunque assente in te è un valore, per il sottoscritto: genera contrappunti critici più interessanti della netiquette a tutti i costi)

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  7. Mi piacciono i tuoi post, parli sempre di una cosa mascherandola da altro.
    ^___^

    I consigli che dai non sono così finalizzati al fantasy… e per fortuna direi, però sono pienamente condivisibili… sono simili ai miei. ^__^

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  8. Ciao Gaspare,
    dissento quasi totalmente da ogni punto ^^

    1- L’aspetto dei personaggi non conta (non è un anime)

    I cattivi nel genere FY, talora, sono personaggi caratterizzati da grande bellezza e fascino, forza ed eleganza e per questo risultano molto persuasivi, oppure sono individui fragili, “veri” nella loro inumanità, ma nel genere Fantasy è maggiore la incidenza di Ombre dalla malvagità ben visibile nella struttura fisica: ghigni crudeli, corpi deformi, volti scheletrici e ributtanti, il Male si caratterizza nel Fantasy proprio a partire dai corpi.
    La Fantasy classica separa infatti (quasi sempre!) nettamente il Bene e il Male (la Fantasy moderna molto meno) soprattutto attraverso la fisicità paragonando corpi delicati, eterei, luminosi e dolci a corpi grotteschi e malvagi, cioè i corpi dei demoni, delle streghe, dei mostri che portano nella storia le follie della più sprezzante malvagità. In alcuni casi essi sono incorporei, denotandosi come assenza di forma, e quindi di assenza tout-court: emblema massimo è il Nulla de La Storia Infinita che minaccia di distruggere Fantàsia oppure Sauron de Il Signore degli Anelli che è solo un occhio di fuoco, malvagio, che scruta dappertutto, oppure il terribile Voldemort di Harry Potter, incorporeo e pericoloso nemico, capace di asservire ed entrare nel corpo di un uomo asservito al suo malvagio potere; infatti una delle caratteristica dell’Ombra è quella di mutare forma, tratto proprio dell’archetipo del Plurimorfo, come Thulsa Doom il negromante di Conan in grado di trasformarsi in serpente e intenzionato ad operare un sanguinoso rito di purificazione del mondo.

    2- La spada magica non è mai esistita

    In tutta la Fantasy ortodossa la magia è l’elemento centrale, attorno al quale si svolgono, riavvolgono, semplificano o complicano le vicende; perciò compaiono spessissimo lo stregone, il mago, l’aiutante magico, insieme ad oggetti fatati quali pentoloni, bacchette, mantelli invisibili e così via.
    Come ha giustamente detto Ester più sopra, il formalismo di Propp si applica in special modo al genere FY: il Vecchio Saggio è colui che insegna, che istruisce e la funzione del Donatore è analizzata da Vladimir Propp nel suo studio sulle fiabe russe: il Vecchio Saggio è colui il quale dona un’arma magica, una chiave, una spada magica, gli stivali delle sette leghe, il mantello dell’invisibilità, una medicina che salverà la vita dell’Eroe: un asciugamano e un pettine magici donati in un momento di tranquillità potranno trasformarsi in un fiume impetuoso e in una foresta che arrestano l’inseguimento del Cattivo o Ombra. Propp sottolinea come i doni vengano elargiti in seguito al superamento di una data prova, a sottolineare come è con l’impegno e il sacrificio che si possono superare le difficoltà.
    E lo fa quando l’eroe è in difficoltà, nel mezzo della narrazione.

    3- Nessuno adora gli elfi, ma adora belle trame

    Se non mi piacciono gli elfi (e altre creature con poteri sovrannaturali), perchè dovrei leggere FY?

    4- Il male è il male, e pertanto fa schifo

    Il mio _quasi_ del “dissento quasi totalmente” è qui: concordo. 🙂

    5- Fateli viaggiare: la trama è quella
    Il romanzo fantasy è solo un romanzo di avventura in un luogo esotico. MOLTO esotico.

    Molto riduttivo.
    Ceserani afferma che “di fronte alla tendenza di fare del fantastico semplicemente il contrario del realistico ci si sente quasi disarmati”, ed è una osservazione ovviamente giusta, ma è pur necessario, spesso, partire dall’ovvio per comprendere ciò di cui si sta parlando, nel senso che è proprio a partire dalla Realtà che si può capire il Fantastico: riferendosi alla Realtà come ad un universo conosciuto, plausibile e verosimile che viviamo quotidianamente e in cui si delinea tutto ciò che è “possibile”, è facile poi leggere la Fantasy come luogo in cui si delinea l’“impossibile” e la “perturbazione”, a ben vedere, parte proprio da qui, dalla alterazione del nostro mondo, dalla negazione della nostra realtà.
    Uno degli elementi distintivi del genere Fantasy è l’effetto “perturbante”; esso, definito da Freud nel suo saggio intitolato Das Unheimliche “si viene a manifestare frequentemente e con facilità quando viene meno la discriminazione tra immaginazione e realtà e quando ci si presenta nella realtà qualcosa che, fino ad ora, ritenevamo immaginaria, oppure quando un simbolo si appropria di tutte le funzioni dell’oggetto simboleggiato e via dicendo.”
    Il cinema Fantasy è, quindi, “perturbante” per definizione, e non soltanto un romanzo di avventura in un luogo esotico.
    Se fosse _solo_ perturbante avremmo un Horror. Se, perturbandoci, risolvessimo i problemi con la tecnologia sarebbe una SF o un tecno-FY. Se usiamo la magia, abbiamo un FY.
    Ma non basta nemmeno questo.
    Ceserani dice: “Se accettiamo di dire fantastico un testo perché creato dalla fantasia, perché in esso ha parte prevalente la fantasia, perché non corrisponde a un’ipotetica realtà a esso esterna, dovremmo ammettere che tutta la letteratura è fantastica” ^^

    6- Bandire l’infodump da gioco di ruolo

    Questo è vero sempre, per qualsiasi genere, credo ^^

    7- Non mettete Vin Diesel

    L’Eroe è umano, ma è il predestinato. La sua missione è di tipo iniziatico. Comporta il superamento di molte prove destinate a far evolvere sia fisicamente che spiritualmente il personaggio che diventa, a modo suo, un super-eroe (e non mi riferisco all’Eroe Tragico, che meriterebbe trattazione a parte).
    Ha degli aiutanti che gli fanno doni magici, supera prove sovrannaturali, affronta il male incarnato. Non è una persona qualunque: non nel FY.

    8- Le battaglie non sono film di kung fu

    Le battaglie descritte dettagliatamente sono poche, nel genere. Di più al cinema, perchè la tendenza è quella.

    Adesso basta, ti ho annoiato abbastanza. Un grande abbraccio, e grazie per i tuoi post!

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    1. Meno male qualcuno critica, pensavo d’essere diventato geniale tutto d’un colpo. I tuoi punti contrappunti consentono di amplificare moltissimo la discussione (e di farmi riflettere su quel che davo assodato). Quindi grazie a te.

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      1. Ah, criticare è facile. Più difficile costruire 😉

        E comunque sono avvantaggiata: la mia tesi era sui Miti, i Riti e le Fiabe (con enorme incursione sul genere FY), quindi parto avvantaggiata 😉

        un abbraccio: ti leggo sempre volentieri.

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  9. Ciao, grazie mille per questo approfondimento,
    ero proprio alla ricerca di un articolo che spiegasse minuziosamente cosa non va mai fatto in un’opera fantasy!
    Sono d’accordo con te, il genere dovrebbe essere una trasposizione di persone normali in un contesto esotico, non la presentazione di super-esseri o di super-armi solo perché strettamente appartenenti a tale mondo, altrimenti il lettore non si immedesimerebbe in questi meccanismi narrativi.
    A presto!

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  10. Sulla 6° concordo, le informazione devono essere date scientamente in maniera tale da non annoiare, sul resto dissento, nel particolare non è vero che nel fantasy il male deve essere qualcosa di schifoso e terribile ed al di fuori d ciò che umano; anche nel fantasy il male ed il bene possono essere più grigi che neri e bianchi.
    ti posto un articolo un po’ critico, non mio. Inoltre secondo me, da quello che ho potuto leggere in molti fantasy e in molti romanzi in generale la descrizione serve, aiuta ad immaginare meglio scena e personaggi. Il romanzo fantasy non è per me solo un romanzo di avventura, può essere tante cose insieme.
    ad ogni modo ecco un articolo (non mio) sul tuo pezzo:
    https://strategieevolutive.wordpress.com/2016/01/28/il-parrucchiere-di-conan-e-lautorevolezza-dei-blog/

    P.S Howard dice che Conan ha i capelli neri 😀

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    1. Se è per quello oggi ho rotto un bicchiere, era umido. Se avessi la scienza-del-tutto non ero qui (e non lo eravate nemmeno voi XD).
      Ho dimenticato però l’esistenza dei fanboy, perché il concetto che intendevo esprimere mi pare chiaro.

      La descrizione si, ma funzionale. Anche in quel ranting fatto per riempire un vuoto intellettuale che mi hai linkato la critica è l’avere i capelli neri per il fatto di essere cimmero. Non perché era figo a quel modo.

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  11. Regole fondamentali di sicuro, ma credo che al giorno d’oggi per creare qualcosa di interessante si debba andare un po’ oltre. Tu hai elencato giustamente cosa NON fare e questo dovrebbero tenerlo conto tutti di base, però non consideriamo questi punti come la ricetta per il fantasy bello. Se avessimo 100 autori che scrivono tutti seguendo questa traccia ecco che si ricade nello stereotipo del classico fantasy di cui un po’ tutti siamo stanchi.
    Il mio consiglio da appassionato lettore verso gli scrittori emergenti (me compreso) è: prendete questi punti fondamentali sì, ma andate oltre. Questo è il difficile, ma questo fa tutta la differenza, Martin insegna 🙂

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    1. Sicuramente è così. Si potrebbe parlare per settimane di come si fa e come non si fa, mettersi all’opera e tentare di produrre è comunque insostituibile rispetto alla lettura di un semplice articolo di blog.

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  12. Dare del “ritardato” a uno dei più importanti esperti di narrativa di immaginazione che ci sono in Italia (bastava poco fare una ricerca su Google, ma mi rendo conto della difficoltà di utilizzare quel motore di ricerca), nonché a un autore con un curriculum internazionale lungo quanto una spada elfica mi mancava ancora.
    Io comunque ti ringrazio, è stato un gran bel pezzo di cabaret questo.
    Hai futuro nel settore, senza dubbio

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  13. ehm, quanto al punto 2, sono quasi sicuro di ricordare che ne “la spada di shannara” la spada vada cercata per essere usata. in generale la maggior parte delle quest fantasy, dagli antecedenti mitologici ad oggi, prevede che la quest serva ad ottenere qualcosa che prima non c’era e che prima il protagonista non aveva (da conan a bilbo agli orribili libri sugli orchi e all’ultima parte del ciclo di harry potter che è, a tutti gli effetti, una saga fantasy all’interno dell’eptalogia). altrimenti sarebbero romanzo di formazione ad ambientazione fantasy.
    anche sugli altri 10 punti ci sarebbe da discutere (magari non nel complesso: l’idea di bandire l’infodump non è male, ma gli esempi sono pessimi: ci sono autori che hanno fatto di un certo linguaggio e magari di un certo modo di presentarsi punti di forza di alcuni personaggi — “io sono octopuce che calpesta con i suoi calzari i troni dei re!”– e non devo essere io il tuo lettore-che-ti-legge-e-quindi-ti-conosce che capisco quello che vuoi veramente dire), forse sarebbe stato meglio fare qualcosa di più che una ricerchina su 15 titoli.
    boh, buona fortuna.

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    1. Che ricerchina… mai fatte ricerchine su nessun argomento. Shea non combatte col signore degli inganni, è la sua presa di coscienza (la Verità) che lo mette ko. La lama serve a Shea, non a fare a spadate. La quest “ottieni l’arma e picchia il male” non esiste – se non nelle più bieche sessioni di D&D o nei sogni umidi di certi fanboy. Sul discorso “non capire” nessun problema: molti non capiscono nemmeno a mettergliela piana.

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  14. Ciao! Interessante il tuo articolo, anche se mi fa ridere come è scritto: molto diretto e schietto XD
    Io sono una scrittrice fantasy, pubblicata da una casa editrice da soli due mesi. Nonostante questo, non mi sento per niente già arrivata e cerco di migliorarmi con consigli che trovo come il tuo (anche perché la mia saga è composta da 7 libri, tempo per migliorarmi e migliorarli ne ho parecchio XD). Sai qual è il problema però? Trovo consigli contrastanti, spesso, oppure così tante informazioni che se le scrivessi comporrebbero un libro più lungo di quello che ho scritto io XD
    Alla fine sai cosa penso che si debba fare (purché uno abbia la decenza, almeno, di scrivere grammaticalmente corretto)? Credo che ognuno di noi debba semplicemente scrivere come gli viene, all’inizio, e POI cercare come migliorarlo. Se stiamo troppo a pensare a come scriviamo, una base non l’avremo mai XD
    Io personalmente credo di aver centrato tutti i punti che hai citato, eppure mi sono sentita dire che il mio libro “non è adatto al mercato attuale e non diventerà mai famoso, come fantasy”. Perché ora non si ama più un fantasy “classico” (come lo chiamo io e come credo che sia il mio, con i punti citati da te). Vanno tutti alla ricerca di “originalità” ambigua, come una protagonista che si innamora del nemico che la vuole uccidere, o vampiri vegetariani, tanto per fare qualche esempio. Ormai ognuno si può rivolgere solamente a dei lettori “di nicchia” e sperare che vada abbastanza bene almeno da concedergli di pubblicare il seguito 🙂
    Grazie mille e scusami il mini romanzo che ho scritto XD Buona giornata!

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  15. Mi sembrano delle ottime regole. Il “bello e dannato” ha un po’ rotto il cazzo, risulta ancor più piatto del cattivone assoluto. Per quanto riguarda l’infodump… be’, credo che nel fantasy sia quasi inevitabile (fermo restando che esagerazioni simili a quelle nei tuoi esempi ne ho trovate anche in romanzi molto conosciuti)

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